
Benedizioni
Succede in tutte le coppie che si configuri una divisione dei compiti, uno cucina l’altro fai i piatti, lui porta via la spazzatura, tu stendi, io passo l’aspirapolvere, tu pulisci il bagno. Nel mio ménage famigliare capita che se si deve stendere un testo, da un biglietto di auguri a una mail di lavoro, l’incombenza tocchi a me. Qualche giorno fa una coppia di amici comuni ha avuto una bambina, quindi inevitabilmente qualche giorno dopo: “Cosa scrivo sul biglietto?”. Non è un compito che svolgo sempre con vette di altissima ispirazione; ho partorito quindi in fretta e svogliatamente un poco originale: “Benvenuta alla piccola Lucia e un abbraccio ai suoi genitori per l’incoscienza dimostrata”.
– “Incoscienza” ?
– Certo! Ti sembra un’azione da persone ragionevoli mettere al mondo un bambino ?
– Ok, ma ti sembra il caso di farglielo notare ?
– Qualcuno dovrà pure.
Dal momento che ero in vena di essere costruttiva e so che almeno la neo-mamma è molto religiosa, propongo:
– puoi aggiungerci quella pagina di Gibran, quella sui figli, così sembra che sia una cosa positiva.

Mi ricordo che l’ha usata una mia lontana parente sul cartoncino di invito al battesimo del suo primogenito… I miei invece… I miei genitori invece sul mio di cartoncino ci misero Leopardi, gli ultimi versi del Canto Notturno di un Pastore Errante per l’Asia. Questi per intenderci:
O forse erra dal vero,
Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
Mirando all’altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.

Per anni scherzosamente ho addotto a questo esordio la mia poca tolleranza per l’universo religioso e per l’istituzione cattolica: “Mi avete battezzato citando un illuminista ateo e materialista, ma cosa diavolo vi aspettavate”? Oggi però intravedo il senso di un simile augurio. Funesto significa “che cagiona morte” (dal latino Funus, funeris, funerale). Nascono al mondo solo creature mortali, come il vecchierello di Leopardi o il suo pensoso pastore. Ma proprio perché siamo tutti volti a quell’abisso orrido e immenso (come indorava la pillola Leopardi nessuno mai), proprio per questo siamo liberi. Qualsiasi genitore, per quanto impreparato, inconsapevole e magari assolutamente inadeguato al compito, da vita a una creatura che non è destinata a durare nel mondo, potrebbe persino non sopravvivergli e quindi non gli appartiene. Non ho idea di che cosa stessero pensando i miei genitori quando hanno scelto quei versi ma mia madre anni dopo mi ha detto che ogni creatura merita una benedizione all’inizio della sua vita. Con la mia mi si è detto che la vita, se non per forza breve, è finita, che il tempo che mi è stato dato con quell’atto sconsiderato è contato e che sono libera di farne quello che voglio. Quindi grazie.


Déjà vu su London Bridge

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